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La Capitale d’Italia candidata per Expo 2030

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in sinergia con l’Ambasciata d’Italia in Venezuela, promuove la candidatura di Roma all’Expo 2030 considerata un’occasione unica e irripetibile per riflettere sull’uomo e sulla sua capacità di reinventare il proprio habitat. Recentemente, il Comitato Promotore di Expo Roma 2030 ha consegnato formalmente il dossier di candidatura all’Ufficio Internazionale delle Esposizioni del Bureau International des Expositions (BIE).

Roma, la “città eterna” con quasi 3.000 anni di storia e cultura, la capitale europea che si è rigenerata mille volte promuovendo l’innovazione, l’arte e l’integrazione tra religioni e culture, aspira ad ospitare l’Esposizione Universale del 2030, proponendo un dibattito su una delle grandi sfide della comunità globale: “Popoli e territori. Rigenerazione urbana, inclusione e innovazione”.

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, attraverso l’Ambasciata d’Italia in Venezuela,

sostiene la proposta romana di Expo 2030, definendola un’occasione unica e irripetibile per riflettere sull’uomo e sulla sua capacità di reinventare il proprio habitat, la città, il suo sviluppo equilibrato e la sostenibilità ambientale in vista dell’anno 2050, quando si stima che le metropoli ospiteranno i due terzi dell’intera popolazione mondiale: il rapporto tra territorio e persone è senza dubbio una delle maggiori sfide del nostro tempo.

Per il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, il confronto su “Persone e territori” si propone di elaborare “soluzioni sostenibili per individuare nuovi modi di vivere i territori alla luce delle sfide del nostro tempo”. L’obiettivo è creare un’esposizione che aspiri a un futuro policentrico e realmente inclusivo, offrendo a ogni essere umano le stesse opportunità, sia in termini di infrastrutture che di servizi, sia dal punto di vista culturale che sociale”.

In una lettera indirizzata alla direzione del BIE (Bureau Internationale des Exibitions), il Presidente Mattarella ha affermato che “le Esposizioni Universali sono uno strumento ineguagliabile di condivisione di idee, progetti, esperienze e risorse, capaci di stimolare la partecipazione attiva di persone provenienti di ogni angolo del mondo”. Lontane dal costruire una semplice vetrina per il Paese che ha l’onore di ospitarle, svolgono una funzione essenziale nel delineare e armonizzare soluzioni alle grandi sfide globali”.

“La proposta di Roma per Expo 2030 si focalizza su cambiamenti e soluzioni innovative capaci di migliorare le condizioni di vita delle persone. Per costruire le città e progettare la vita del futuro, dobbiamo iniziare oggi”, ha sottolineato l’Ambasciatore d’Italia a Caracas, Placido Vigo.

CONCORSO

Di recente, il Comitato Promotore di Expo Roma 2030 ha consegnato il proprio dossier di candidatura a Dimitri Kerkentzes, Segretario Generale del BIE, a Parigi. Il documento (che secondo le regole del BIE non può ancora essere pubblicato), illustra il piano italiano per competere con altre 3 città (Busan, Odessa e Riyadh). Nel prossimo mese di novembre 2023, i 170 membri dell’istituzione organizzatrice esprimeranno il loro voto finale per scegliere la città che ospiterà l’evento internazionale.

Il dossier italiano di 618 pagine può essere riassunto in cinque parti principali. La prima, dedicata all’ampio impegno delle istituzioni nell’ospitare l’Expo e al sostegno della società civile. La seconda sezione sviluppa il tema “Popoli e territori”, esplorando il suo valore universale e la sua importanza nel dibattito contemporaneo.

La terza parte è dedicata alla città di Roma e alla sua regione, il Lazio, caratterizzata dalla sua unicità storica e culturale, dalla sua posizione strategica tra le strade di tre continenti e dall’essere un centro cruciale per il multilateralismo e la cooperazione internazionale. La città italiana 337 Organizzazioni non Governative e 420 Ambasciate, che la rendono la “capitale mondiale della solidarietà e della diplomazia”. Questa parte esamina anche le capacità ricettive e i progetti che saranno sviluppati per accogliere i partecipanti e i visitatori.

La quarta parte deldossier presenta il progetto fisico che riguarda l’intera città e il complesso espositivo di Tor Vergata, illustra i padiglioni tematici e le modalità di partecipazione dei Paesi. Gli aspetti organizzativi e di sicurezza che la capitale italiana può e deve coprire per ospitare l’Expo sono descritti nella quinta e ultima parte del documento presentato al BIE.

Secondo il Comitato Promotore di Expo Roma 2030, i padiglioni espositivi sono il “centro e il cuore pulsante del progetto” e consistono in tre tipologie di padiglioni: nazionali, tematici e non ufficiali; dedicati a organizzazioni internazionali o partner, legati alla città. L’Expo 2030 di Roma sarà un’esposizione che supererà i confini del complesso espositivo e non sarà limitata nel tempo e nello spazio, ma sarà costruita insieme alle persone”.

TRA I NUMERI

La regione Lazio che ospita la capitale italiana, secondo l’Unesco custodisce il 50% del patrimonio storico e artistico del Paese. Questa incontestabile attrazione culturale nonché tutti i paesaggi che l’Italia ha da offrire hanno reso questo Paese una delle principali mete turistiche, posizionandosi al quinto posto nel mondo per numero di visitatori e di sistemazioni alberghiere.

“Unica capitale dell’Unione Europea candidata all’Expo 2030, Roma è amata e visitata da persone di tutto il mondo per le sue attrazioni storiche e culturali, il che ha fatto sì che la città sviluppasse da anni la sua capacità di gestire il traffico turistico e di accogliere calorosamente i visitatori”, ha dichiarato l’Ambasciatore Placido Vigo.

Con l’Esposizione Universale, Roma prevede di aprire le porte a più di 30 milioni di persone, con una media giornaliera stimata di

165.000 visitatori e circa 275.000 visitatori nei giorni di punta.

La “città eterna” si sta già preparando ad ospitare il “Giubileo del 2025” e se la città diventasse sede dell’Esposizione Universale nel 2030, ci sarebbe un’importante sinergia per la realizzazione di opere e infrastrutture funzionali, pronte ad accogliere milioni di ospiti, ottimizzando costi e risorse. Un altro motivo per cui la capitale dovrebbe essere nominata è che Roma attende da 80

anni di ospitare l’Esposizione Universale; nel 1942 la Seconda Guerra Mondiale non le consentì di accogliere i padiglioni dell’Expo nel complesso monumentale dell’EUR della capitale. Ora Roma si candida nuovamente ad essere sede di EXPO 2030, consapevole e convinta del suo ruolo fondamentale nel quadro della tradizionale vocazione del nostro Paese al multilateralismo, al dialogo, alla pace e all’interazione con altre nazioni e culture. Inoltre, l’ultima Esposizione Universale si è tenuta in un Paese arabo, negli Emirati Arabi Uniti (Dubai 2020-21). La prossima si terrà in Asia, in Giappone (Osaka 2025). Data la mancanza di città candidate in Africa e America Latina, è legittimo sperare che nel 2030 si tenga in una capitale dell’Unione Europea.

Per maggiori informazioni, visitare il sito www.expo2030roma.org e www.ambcaracas.esteri.it.
È inoltre possibile consultare l’account Twitter: @ItalyinVEN @Expo2030Roma, FacebooK @Expo2030Roma, Instagram: @Expo2030_Roma, Youtube: @Expo203030Roma | #Expo2030Roma